Scheda del libro
Titolo: Residenza Arcadia
Autore: Daniel Cuello
Editore italiano: Bao Publishing
Anno di pubblicazione: 2017
Per chi non lo conoscesse, Daniel Cuello è un fumettista di origini argentine, molto seguito sui social.
Poiché lo leggo ogni giorno sul web e mi piacciono molto il suo segno grafico e la sua comicità, mi pareva giunto il momento di leggere qualcosa di più ampio e ho scelto questo, che è il suo primo graphic novel, pubblicato dalla Bao.
Come avrete capito anche dalla serie pubblicata su questo blog (i nostri amici del Condominio Buonanno), il micromondo del condominio ci affascina molto, per la forzata coabitazione cui sono costrette le persone più diverse, tanto da farsi diorama di un’intera società.
Ovviamente non c’è nulla di originale nello scegliere il palazzo residenziale come luogo in cui incentrare storie, un’ampia letteratura dimostra che questa è una dimensione narrativa utilizzata in lungo e in largo: la differenza la fa il modo in cui questa dimensione viene utilizzata e la narrazione di Cuello non delude.
Tenendo a mente la naturale comicità delle sue strisce, viene facile pensare di leggere un fumetto leggero e spensierato… e invece in Residenza Arcadia c’è molto di più.
Un racconto corale i cui personaggi sono rinchiusi in una scatola (la copertina è decisamente parlante!). Non c’è un fuori oltre al palazzo, tutto è fermo e immobile per volere dei condomini, incapaci di accettare il diverso e il cambiamento, succubi (ma non solo, anche compiacenti) di un partito dittatoriale in una realtà distopica (forse neanche tanto!).
Il tratto grafico per me è piacevolissimo, rapido, dinamico, con personaggi molto spinti verso la caricatura, ma perfettamente caratterizzati (mi piacciono gli stili caricaturali, mi fanno pensare ai mamozzi, i personaggi dei cartoni animati secondo mia nonna!).
La palette delicata, un po’ vintage e dai toni seppiati fa odorare i condomini di naftalina e li immobilizza in un tempo sospeso.
Perché lo consiglio:
- Senza toni opprimenti e pesanti affronta tematiche delicate e porta alla memoria recenti passati di oppressione che non vanno dimenticati, in più si colloca alla perfezione nel nostro presente, in cui accettare il diverso sembra essere ancora una cosa tanto difficile.
- Certe gag sono veramente spassose.
- Il disegno è espressivo e sincero, semplice e senza fronzoli, diretto e capace di raccontare anche senza testo (le espressioni dei personaggi parlano da sole!).